Friday, January 13, 2012

HARDBODY - chapter 11 (fan version)

Italian reader SHIRI CLOD contacted my a while back and asked to take a crack at a Hardbody story.  A few months later, Shiri's Italian language take on Hardbody Chapter 11 arrived.  Together we attempted to translate the story into English, but the reality was it required a near total rewrite (due to the translation, not the writing quality).  From what I can tell the story is excellent and we've chosen to post it in it's original form so than any Italian readers can enjoy it.  If others are interested, we can also post the Google-translated English version, though I warn you, it's a difficult read.  Let us know your thoughts in the comments section below.  As to where this leaves the Mr.Shhh version of Hardbody 11 - I've got a lot of the chapter done, which differs to Shiri's story in a few key ways but has the same general spirit.  I don't feel it will devalue Shiri's take, so I'll post it when it's done. 


Hardbody
Capitolo 11 – Estasi
By Shiri Clod

Arrivò il giorno che Linus attendeva con ansia. Finalmente avrebbe potuto incoronare il suo sogno di assistere ad una sessione di allenamento intenso di Jenna. E lui avrebbe avuto il privilegio di filmarla. Nell’ultima settimana avevano vissuto a stretto contatto per preparare il necessario. Voleva aiutare la sua amata a tutti i costi, anche se questo sarebbe significato riavvicinarla ad Ed. Per Jenna la felicità consisteva nell’entrare nel vestito che quello spaccone le aveva dato per il ballo? Stava bene, il dopo non sarebbe importato. L’importante era lei, stare con lei, godere della sua maestosa presenza. La sua bella aveva bisogno di una mano: le servivano soldi per i nuovi pesi e lui aveva l’idea giusta.
Linus percorreva la strada, ormai familiare, che lo avrebbe condotto a casa degli Steel. Era solo. Jenna aveva fatto solo una fugace apparizione a scuola: nella sua mente c’era spazio solo per i pesi, l’allenamento interminabile fino a tarda notte e i suoi muscoli d’acciaio. Non glielo aveva mai chiesto, ma sospettava che della scuola non le importasse più un accidente. Rimaneva solo l’ossessione verso il suo corpo; dopotutto, la scritta sulla sua cartella era inequivocabile: “Voglio diventare enorme”. Si, voleva assolutamente diventare enorme. Era sempre stata questa la sua bramosia più grande, ma ora c’era dell’altro: voleva irrobustirsi per poter indossare quel dannato vestito. Ed, il bullo che si prendeva gioco di lui: un altro motivo per odiarlo. Non poteva permettere che lei soffrisse in una maniera così atroce per quella feccia che non la meritava. Certo, lui adorava i suoi muscoli giganteschi, tutta quella potenza che sembrava emanasse ogni volta che la vedeva. Oh si, anche lui era completamente incantato dai muscoli di Jenna. Ma, a differenza di Ed, la sua era ammirazione incondizionata… e amore. Ed era solo un sadico belloccio, fisico da quarterback e cervello sottosviluppato. Tipico ragazzetto stereotipato che ha raggiunto l’apice della sua vita ancora prima dei vent’anni. Purtroppo, era anche colui che aveva tra le mani il cuore di Jenna.
Ancora poche villette e sarebbe arrivato a destinazione. L’immaginazione galoppò selvaggia lungo tutti i momenti significativi della settimana appena trascorsa. In ogni brandello di memoria c’era sempre Jenna. E ogni volta sembrava sempre più grande. In quello scantinato, la sua ombra era sempre più vasta ogni giorno che passava. Una settimana che aveva lasciato il segno. All’inizio Jenna era sempre nervosa alla presenza di Linus, ma pian piano la timidezza aveva ceduto il passo e la bella sollevatrice di pesi si era aperta sempre di più al dialogo con il ragazzo. Lentamente, la giovane aveva trovato in lui un confidente. Le raccontava di tutto: del rapporto praticamente inesistente con lo zio, della sua infatuazione per Edward Scott, degli scherzi e delle angherie che ogni giorno aveva dovuto sopportare, di come il disgusto della gente le dava la carica per dare sempre il massimo, di quell’umiliante giornata al centro commerciale quando Lacey le prese le misure. Infine, raccontò con una punta d’orgoglio, il suo leggendario duello con Dawn.
“Oddio, non ci credo! – aveva esclamato Linus, stupito - Hai fatto a braccio di ferro con la ragazza più forte del mondo e sei riuscita a tenerle testa?!?”.
“Certo, – rispose lei con soddisfazione - dovresti vedere la tua faccia! Anche Ed è rimasto a bocca aperta quando l’ha saputo!”. Detto questo gonfiò leggermente il bicipite, che si ingigantì ricoprendosi di vene, causando uno strappo nella vecchia maglietta che Jenna indossava. Linus ammutolì e cercò di nascondere ciò che stava accadendo nei suoi pantaloni.
“Devo complimentarmi con te, Linus White – fece Jenna con voce scherzosa - Sei una delle poche persone che riesce non sviene quando scateno i miei cuccioli” ed esplose in una fresca risata. Linus l’aveva imitata, ma senza troppa convinzione: non gli era sfuggito quel velato riferimento ad Ed.
Linus aveva predisposto tutto: per prima cosa aveva creato un blog, “Jenna, Avatar della Potenza”. Aveva caricato la foto che Jenna gli aveva dato, anche se non le rendeva per niente giustizia. In confronto alla sua condizione attuale, quella della fotografia sembrava una bimba. Ma almeno non avrebbe spaventato troppo gli utenti più ignari. Nella pagina principale troneggiava una didascalia a caratteri cubitali: “Iscrivetevi all’area riservata per vedere una delle mie estenuanti sedute dal vivo”. Sotto, un’ammiccante immagine animata indicava il bottone “vieni a scoprire la vera me”; di fianco, un display segnava un conto alla rovescia. L’iscrizione era a pagamento: grazie agli introiti, Jenna sarebbe stata in grado di procurarsi tutto l’equipaggiamento che desiderava. L’affluenza iniziale aveva permesso alla giovane di mettere da parte qualcosa per preparare lo spettacolo. Luci e faretti professionali ma soprattutto pesi, molti pesi. E il suo corpo era già cresciuto molto. Ormai era diventata troppo forte e i bilancieri che già possedeva non le bastavano più: riusciva a sollevarli tutti senza sforzo. Aveva bisogno di qualcosa di più grosso, di più impegnativo. E ora aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
“Andando avanti di questo passo potresti mantenerti con questi spettacoli in rete” suggerì Linus. Jenna, colta alla sprovvista, era arrossita. Ricompostasi in un attimo, gli rispose con voce molto femminile: “Se fosse, vorrei che tu diventassi il mio agente”.
Il ragazzo aveva curato perfino il profilo di Facebook della giovane body builder; prima del suo intervento, l’account di Jenna giaceva in uno stato di semi abbandono: a parte la foto del profilo che metteva in risalto il suo splendido viso, la bacheca era intasata dai peggiori insulti. Il giovane nerd aveva ripulito tutto, caricando nuove foto che la ritraevano in tutto il suo splendore. Tutte foto di cui Linus aveva fatto una coppia nella sua chiavetta... In bacheca aveva postato già da una settimana l’evento “Jenna live cam show”. Inutile dirlo, nello spazio per i commenti erano volati altri insulti; eppure le conferme di partecipazione aumentavano ogni giorno. Meglio così. Lo spettacolo stava per cominciare.
Jenna se ne stava nello scantinato, impaziente. Il suo amico sarebbe giunto a momenti. Linus aveva già predisposto l’attrezzatura e allestito il set: tutto quello spostare le sue cose l’aveva scocciata un poco. “Tutto tempo perso nel quale avrei potuto allenarmi” aveva pensato. Non riusciva a capire quanto quel circo mediatico l’avrebbe potuta aiutare, ma ad ogni modo si fidava di Linus. Quel piccolo ragazzetto. Provava affetto e riconoscenza per lui: a scuola si erano sempre parlati poco ed era un peccato. Lui la capiva al volo, l’ascoltava e la faceva ridere. Una persona interessante: un vero peccato che le persone interessanti siano sempre anche le più impopolari a scuola. Con la sua empatia sarebbe sicuramente diventato ciò di cui ogni ragazza ha bisogno. Ma le ragazze - e Jenna lo sapeva bene - hanno in mente solo frivolezze. Lei non faceva differenza, purtroppo. La sua smodata passione per i suoi muscoli ne era la prova: anche lei, come tutte, si preoccupava delle apparenze, seppur in maniera diametralmente opposta . Però lei aveva visto in fondo all’anima di Linus… No, era diverso. Loro due si assomigliavano moltissimo: impopolari, timidi, presi di mira da tutti. Il suo fare da secchione certo non lo aiutava. Ma almeno un lato positivo c’era: si erano conosciuti e Jenna sarebbe stata eternamente grata per questo incontro. Linus insisteva per non voler nulla in cambio, ma la ragazza era decisa a ricambiare il favore, un giorno o l’altro. “Rendere felice una bella ragazza come te per me è sufficiente” aveva detto quel giorno in cui era piombato nello scantinato rischiando di rompersi l’osso del collo. Al ricordo del piccolo nerd spaventato e mortificato, Jenna sentì un sorriso incresparsi sul suo volto: “Che buffo…”. Improvvisamente, Jenna ritornò sulla Terra sussultando al suono del campanello.
“Linus, finalmente! Entra presto, è quasi l’ora!” disse la montagna di muscoli. Linus rispose al caloroso saluto della sua ospite. Cercava di contenere il suo eccitamento: la ragazza dei suoi sogni stava per mostrarsi in tutta la sua gloria.
“Ci siamo Jenna. Tre, due, uno, via!”. La giovane montagna di muscoli si aggiustò nervosamente gli occhiali e guardò l’obiettivo: “Ciao a tutti, sono Jenna – l’agitazione traspariva dalla sua voce -. Di me avete visto soltanto vecchie fotografie. Ora scoprirete la mia vera potenza”. Detto questo fletté entrambe le braccia mettendo in mostra i suoi giganteschi bicipiti, che si gonfiarono in un baleno. Ancora non si stava impegnando, ma dentro di sé sapeva che chiunque fosse collegato al suo blog era rimasto a bocca aperta: l’espressione di Linus parlava chiaro. Una lieve sensazione di piacere si insinuò nelle sue mutandine… Si ricompose subito. Era il momento di sollevare quei due ammassi di pesi attaccati al bilanciere. Jenna si preparò a sistemarsi sotto di esso. La sensazione di piacere non accennava a fermarsi. Lo spettacolo si faceva solo un po’ aspettare. Jenna ci impiegò più del previsto a sdraiarsi: stava diventando davvero enorme e la scoperta la lusingò non poco.
“Ancora di più …” sussurrò a mezza bocca.
Finalmente, afferrò saldamente il bilanciere e cominciò a concentrarsi. Dopo un momento, iniziò. Linus, dietro alla telecamera poté osservare l’enorme mole di pesi alzarsi e abbassarsi con ritmo costante, mentre la bodybuilder non emetteva un solo gemito. Dalla sua posizione faticava a vederla in volto, seminascosto dal suo enorme petto. Il suo corpo aveva già cominciato a produrre nuova massa. Lentamente, spostò l’occhio della telecamera, avido di una vista migliore. Jenna era eccitata come non mai: sollevava il suo nuovo bilanciere colossale di primo impeto. La sua fame di muscoli non era mai stata così forte e bruciante, si sentiva piena di energia e determinata a tutto. I muscoli, la sua vita. Avvertiva i bicipiti irrobustirsi a dismisura, così come ogni singola parte del suo corpo. Le vene correvano selvaggiamente in ogni direzione. A risentirne erano i suoi vestiti, che stavano lottando disperatamente per non strapparsi. Stava crescendo a vista d’occhio, le sembrava che la sua stessa pelle si stesse ribellando.
“Che goduria” pensò tra sé.
La frenesia cresceva a ritmo esponenziale di pari passo con l’adrenalina che si abbatteva come un fiume in piena tra le membra della ragazza. Il suo corpo rispondeva sempre più ad ogni ripetizione. Una sinfonia di muscoli che si abbattevano sugli ultimi brandelli di una femminilità che lottava disperatamente per non scomparire sotto tutto quel testosterone.
Unico limite erano i pesi: grandi come due Mini, così dannatamente pesanti. Più di quanto non avesse mai sollevato finora. Jenna viveva per queste sfide. Il suo sorriso era già svanito: digrignava i denti arricciando le labbra. Quelle labbra così carnose e sexy, così femminili. A dir il vero, ormai erano una delle poche tracce della sua femminilità.
“Ora è il momento di fare sul serio” pensò la giovane piena di determinazione.
Aumentò improvvisamente il ritmo delle ripetizioni. Le montagne di pesi si alzavano e si abbassavano sempre più velocemente. E il suo corpo cresceva sempre di più. Il sangue veniva pompato insieme all’adrenalina con furia sempre maggiore: vene, vene ovunque. Correvano lungo il corpo martoriato di Jenna, selvaggi predatori pronti a stritolarla. Il suo petto, privo di ogni forma rotonda e femminile, che già da tempo era diventato qualcosa che andava al di là dell’umano, sembrava incontrollabile. Ogni secondo che passava si evolveva, inarrestabile. E poi, i bicipiti: immensi, incontenibili. Potevano essere descritti solo con due parole: potenza pura. Il suo corpo sembrava scosso dallo stesso violento terremoto che aveva innalzato l’Himalaya.
“Jenna, amore mio, sei davvero un Avatar” sussurrò Linus a mezza voce toccandosi i pantaloni.
La titanessa non l’aveva sentito. Troppo immersa nel suo esercizio, nella sua dimostrazione di forza. Nella sua testa c’era posto solo per il bilanciere, il suo corpo… e il dolore. Quel dolore così sensuale che voleva dire nuova massa. Un nuovo obiettivo da polverizzare, tonnellata dopo tonnellata, con fame e determinazione infiniti.
Poi, il ritmo delle ripetizioni iniziò a calare, Jenna cominciava ad avvertire per davvero la fatica. Dopotutto anche lei aveva un limite. Forse questa volta aveva chiesto troppo da sé stessa. No, questo non poteva accettarlo così semplicemente, non senza lottare. Il suo corpo poteva permettersi il lusso di vacillare, ma soltanto per un momento. Ma la sua indomita volontà e la sua insaziabile fame di muscoli, quelle no.
La giovane si ritirò dentro il proprio io per cercare nuova concentrazione, poi esplose in un urlo disumano: “RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAWGRRRRRRRRRH!!”. Il bilanciere iniziò a sollevarsi ed abbassarsi sempre più velocemente. La vecchia maglietta che Jenna indossava venne spazzata via dalla sua furia crescente. I suoi pettorali stavano esplodendo, travolgendola in un’alluvione di muscoli: Linus temette che potesse morire soffocata dalle sue tette granitiche, strangolata da un’invasione di vene. Fortunatamente, pochi istanti dopo si svilupparono anche i trapezi e le spalle, enormi e possenti, così che Jenna potesse tornare a respirare. Ogni parte del corpo della giovane dea dei muscoli era in continuo divenire sotto l’impulso di quell’infernale allenamento. Gli addominali continuavano a protendersi verso l’altro mentre polpacci e cosce si espandevano senza tregua. Una furia selvaggia le illuminava il volto.
Linus non sapeva se essere più eccitato o più preoccupato. Avvertiva il respiro affannoso e graffiante della sua bella: sembrava che fosse già in iperventilazione. Di una cosa era certo: non si sarebbe mai fermata, avrebbe preferito autodistruggersi piuttosto che non centrare il suo scopo. Anche a costo di ignorare l’agonia che stava provando. Linus avrebbe voluto fare qualcosa, qualsiasi cosa per lei. Ora Jenna era sola con sé stessa. E non c’era niente di più pericoloso per lei: non conosceva il senso del limite. Una belva selvaggia che rispondeva soltanto ai suoi impulsi più primitivi.
Il clangore del metallo era preoccupante: c’era da sperare che la panca reggesse tutto quel peso e che il bilanciere riuscisse a sopportare tutte quelle sollecitazioni.
“Non ho tempo per questi dettagli” pensava Jenna, mentre intensificava il ritmo dei sollevamenti.
            Muscoli, muscoli, muscoli. Una crescita inarrestabile, sublime e terribile. Non riusciva a concepire altro che il suo corpo. Ricordava a malapena della presenza di Linus nella stanza, mentre aveva completamente scordato il suo spettacolo via webcam. Aveva perso anche la cognizione del tempo: forse era passata mezz’ora, ma non ne poteva essere sicura. Le sembrava di essere sdraiata da molto più tempo… meglio non pensarci.
Ancora una volta, la giovane forza della Natura si scoprì stanca. Si sentiva fortissima ed enorme, ma non riusciva a capire quanta massa avesse prodotto. Riusciva ad avere una visione parziale dei suoi smodati bicipiti e per quanto questa fosse celestiale ed eccitante, non riusciva ad avere una visuale completa. Alzò disperata gli occhi al cielo, avida di sapere e, sorpresa! Il suo specchio era appeso al soffitto, proprio sopra di lei.
            “Linus…” sussurrò incredula e divertita, increspando un sorriso che assomigliava terribilmente ad una smorfia di dolore.
            L’immagine che le veniva restituita la inondò di sensazioni: dentro le sue mutandine provava un orgasmo continuo. Il suo fisico era così spesso, imponente, irresistibile. Nonostante la distanza favorisse la prospettiva, non riusciva a specchiarsi completamente. Ancora una volta si era spinta oltre, al di là di ogni limite. Sicuramente il vestito da elefante di Ed le sarebbe stato stretto: era diventata mastodontica. Ma la sua fame era ben lungi dall’essere placata.
            “Più… g-grossa!!” sentenziò, obbligando il suo corpo già stremato e tremante a nuove ripetizioni. Era pervasa da una nuova, disperata energia. Ma questa volta la panca cedette. Jenna cadde rovinosamente a terra, mentre i pesi si ripiegavano sotto il loro stesso peso, spezzando la barra di metallo, coprendo il corpo della bodybuilder.
            “Jenna!!” gridò Linus, temendo il peggio.
            Si avventò sulle macerie cercando di aiutare la sua amica. Tentò di rimuovere gli enormi dischi, ma niente, erano troppo per lui. Improvvisamente il silenzio venne squarciato da un urlo primordiale. Linus venne sbalzato indietro, mentre Jenna emergeva trionfante dalle macerie, ansimando come un barbaro. Immensa come non mai. Un’orgia di muscoli giganteschi.
La giovane cercò con lo sguardo la telecamera.
“Dawn… - disse con un filo di voce dopo averla individuata – Dawn…, ecco una risposta al dilemma irrisolvibile… una forza irrefrenabile contro un oggetto inamovibile… Basta che la forza si alleni più seriamente! Guarda… il mio… splendido… corpo: sono talmente grossa che l’Incredibile Hulk potrebbe essere il mio action figure!”. La titanessa sembrava sul punto di cedere, ma trovò la forza di parlare nuovamente: “Un’ultima cosa. Ed… se mi stai… guardando… beh, fottiti”.
Mentre Jenna ancora faticava a riprendersi, Linus corse a ripararsi dietro il computer, troppo eccitato per stare di fronte a lei. Spense la webcam e controllò le statistiche del sito.
            “J-Jenna…” la sua voce tradiva la sua emozione.
            “Uh?”
            “Trenta minuti di permanenza media nel sito, più di duemila accessi unici. Ragazza… sei… sei ricca!!”.
            “Ho ancora energie… per un piccolo regalo per te…” sembrava che la notizia non le fosse importata più di tanto. Le ultime parole avevano risvegliato tutta la curiosità del piccolo nerd.
            La montagna di testosterone che rispondeva al nome di Jenna Steel alzò con fatica un telo enorme che nascondeva una piccola pedana e… un nuovo bilanciere. Molto più grosso del precedente, alto quasi quanto Jenna. Linus rimase a bocca aperta: “A-Ancora?!?”.
            “Vivo per i muscoli, lo sai. Sono una bestia. Niente mi soddisfa completamente, anche se ormai sono la più grossa. Voglio crescere ancora di più. Ne voglio ancora di più. Nessun limite. E a te piace, inutile negarlo”. Mentre parlava, Jenna salì sulla pedana: ora la barra del bilanciere le arrivava alle caviglie. “Preparati al più potente deadlift del mondo!”
            Improvvisamente Jenna iniziò l’esercizio. Le ripetizioni si susseguivano a velocità pazzesca, mentre gli schianti metallici assordavano lo stupefatto ragazzo. Nuova massa stava trasformando il corpo della sua amata. Proprio come quella volta. Sembrava un animale, come quando era scoppiata a piangere davanti ad Ed. Potente come un’alluvione? Troppo riduttivo. Sembrava uno tsunami. Gli enormi muscoli della giovane crebbero ancora in massa e potenza. Al di là dell’inumano, molto più in alto bel bestiale. Jenna non aveva davvero limiti. Sembrava un essere uscito dall’era mitologica, una creatura ancestrale, una vera incarnazione della Potenza. Era talmente immensa di risultare indescrivibile.
Dopo tre interminabili minuti di torture furiose, Jenna lasciò cadere i pesi e collassò a terra, il suo corpo mastodontico che tremava tra le convulsioni. L’intera casa sussultò con violenza. Linus fu su di lei, cercando di calmare quell’ammasso di carne che aveva toccato proporzioni bibliche sudato e febbricitante. Mentre le inumidiva quelle labbra succulenti con un po’ d’acqua, avvertì l’odore della sua eccitante biancheria. Senza nemmeno pensarci, si protese verso il suo viso…
Jenna rinvenne proprio mentre Linus la baciava a fior di labbra.
“Cosa stai facendo?!” gridò con la sua voce così femminile.
“Scusami…” Linus si ritrasse subito.
“Cosa stavi facendo? Perché mi hai baciata?”. Era furiosa.
“Scusa, è stato un incidente…”
“Un incidente?! Io sto con Ed, lo sai! Volevi approfittarti di me?”
“Non lo farei mai! Sai cosa provo per te… Prima l’hai sfanculato in diretta…”
“Hai rovinato tutto! Perché l’hai fatto? Mi fidavo di te!”
“Dai, non fare così…”
“Dovevo lasciare che Ed ti desse quello che ti meritavi…”
Improvvisamente, Linus venne assalito dalla paura. Sapeva che non avrebbe potuto opporre resistenza a Jenna. Quindi si voltò e si mise a correre. Sperava di poter fuggire dalla sua amica, contando sul fatto che era esausta. In pochi attimi era salito sulle scale e si apprestava ad uscire. Fu investito da una violenta scossa di terremoto, che lo mandò a gambe all’aria. Non era stato il terremoto: Jenna con un salto aveva sfondato il tetto dello scantinato ed era li, di fronte a lui. Digrignava i denti, i capelli sciolti le ricadevano alla rinfusa sulle spalle. Era bellissima e superba, come una dea. Mentre lei stringeva i pugni, lui si ricordò che doveva mettere in salvo la pelle. Con uno scatto si rimise in piedi e continuò la sua corsa disperata al piano superiore. Nonostante la stanchezza, Jenna le era superiore: si avventò con furia su di lui. Aveva preso però troppo slancio e insieme sfondarono il muro del corridoio. Atterrarono nella sua camera da letto.
Linus aveva smesso di lottare e chiuse gli occhi, rassegnato. Si aspettava di essere sbriciolato da un momento all’altro. Invece ricevette un bacio da un paio di enormi labbra soffici e carnose. D’instinto aprì gli occhi: la sua dea lo guardava piena di desiderio.
“Perdonami mio dolce Linus… - gli sussurrò continuando a baciarlo - sono confusa… ero confusa. Non chiedermi nulla, non lo capisco bene nemmeno io. Ma so che ti amo. L’ho capito proprio ora. Voglio essere posseduta da te. Fottimi Linus, fottimi”.
  Furono ore indimenticabili per quel debole ragazzetto che aveva appena coronato il suo sogno. Si era finalmente unito più e più volte con la sua più grande fantasia erotica. Un rapporto dolce fatto di tenerezza. E di vigore. Incontenibile vigore. Sembrava che tutti quei muscoli avessero aumentato anche l’appetito sessuale di Jenna: anche a letto la titanessa era insaziabile. Linus uscì completamente prosciugato da quella prova di resistenza.
“Essere una cosa sola con te... questo è il giorno più felice della mia vita” sussurrò lui non appena ebbe riacquistato la forza necessaria per parlare.
Mentre lui non riusciva più a muoversi, la sua donna lo cullava flettendo e rilassando gentilmente il suo enorme corpo. Mentre Linus si godeva il massaggio, l’Avatar della Potenza ammirò ancora una volta il suo colossale bicipite: l’orgoglio e il piacere si mescolarono nuovamente dentro di lei.
“Oggi è stato facile deliziarmi, ero già esausta – disse Jenna con voce sensuale -. Da domani, amore mio, dovrai nuovamente concederti a me con tutto il tuo vigore. Come sai non mi sazio facilmente. Dopotutto io non ho limiti”.

3 comments:

j2001 said...

Whooo, thanks, I'm a reader from Italy and I'd have never expected to see an Italian chapter here!

Mr.Shhh said...

Glad you can enjoy the story. Maybe you can let our English-only readers know what you thought of it?

Anonymous said...

If it was in French, I could translate it. >< It's cool how you acknowledge the difficulty in translation.

-The Phantom